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La Cina rilascia il più anziano progioniero politico tibetano e cerca di bloccare la risoluzione ONU in favore del Tibet - 

03/04/2002 Stato: Tibet

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Regione: -Dipartimento: -
Città:Lhasa
Dove:-
Fonte:Associazione Italia Tibet
In breve: Comunicato Free Tibet Campaing (inglese)

INFO Prigionieri Politici (italiano)

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Free TibetTanak Jigme Sangpo, il prigioniero politico tibetano condannato a scontare la più lunga detenzione, è stato rilasciato a Lhasa il giorno 31 Marzo 2002. Sangpo, la cui età è di 76 anni, è stato liberato per motivi di salute.
La liberazione di Sangpo giunge mentre la 58a Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani tiene la sua sessione annuale a Ginevra. La questione del trattamento del popolo Tibetano da parte dei cinesi è stato sollevata da diversi governi, i quali hanno richiesto una soddisfacente autonomia e auto-determinazione in Tibet. La liberazione giunge anche mentre il Commissario per le Relazioni Estere dell'Unione Europea, Chris Patten, il quale è attualmente impegnato in una visita in Cina, ha richiesto la ripresa del dialogo tra il governo cinese e Sua Santità il Dalai Lama.
Alla 58a Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani potrebbe discutere il casoTibet il 13 aprile prossimo.
La Cina sta cercando di opporsi a questa discussione con forti pressione che già l'anno scorso sono riuscite a bloccare l'ordine del giorno in favore del Tibet.


Originale: -
(lingua: Italiano )

3 Aprile 2002 (ICT) -- Tanak Jigme Sangpo, il prigioniero politico tibetano condannato a scontare la più lunga detenzione, è stato rilasciato a Lhasa il giorno 31 Marzo 2002. E' stato riferito che Sangpo, la cui età è di 76 anni, è stato liberato per motivi di salute e che ora si trova a Lhasa presso sua nipote, Pema Chozom, un'insegnante in pensione. Chozom aveva spesso visitato suo zio durante la prigionia.

Il rilascio di Sangpo era atteso da un certo periodo di tempo, specialmente dopo che funzionari del governo cinese avevano segnalato a membri del Congresso che erano pronti a lasciare uscire Sangpo per permettegli di essere sottoposto a cure mediche. Tuttavia, le autorità cinesi avevano dichiarato che Sangpo non voleva essere rilasciato. Non è noto sotto quali condizioni Sangpo non avrebbe voluto essere liberato.

"International Campaign for Tibet" ha detto John Ackerly, Presidente dell'organizzazione, "accoglie con piacere il rilascio di Tanak Jigme Sangpo". "Sangpo rappresenta lo spirito indomito del popolo Tibetano e tutti noi speriamo che le autorità cinesi non lo ri-arrestino se parlerà apertamente con chi lo visiterà" ha aggiunto Ackerly.

"Il rilascio di prigionieri individuali è vitale, ma se la Cina continua ad arrestare altri Tibetani per usarli come merce di scambio, il ciclo dell'umana miseria in Tibet rimarrà invariato," ha detto Ackerly.

Il governo Svizzero e gli Stati Uniti avevano preso posizioni di attivo interesse nei confronti del caso di Sangpo. In aggiunta al Dipartimento di Stato, il deputato del congresso Tom Lantos è stato fra quelli che più si è adoperato per la causa di Sangpo. Durante la sua visita in Cina nel gennaio di quest'anno, Lantos aveva portato il caso di Sangpo presso Li Zhaoxing, vice ministro degli esteri del governo cinese e presso Li Lanqing, vice primo ministro cinese.

In una sua dichiarazione circa la notizia del rilascio di Sangpo, Lantos ha detto: "Sono grato ai cinesi per la liberazione dalla prigionia di Tanak Jigme Sangpo per motivi umanitari e sono sollevato dal fatto che il Tibetano, ora malato, possa godersi i suoi ultimi anni in libertà."

"Sollecito i cinesi a compiere ulteriori progressi nel rilascio di prigionieri politici e nel ripristino dei diritti umani dei cittadini" ha detto Lantos.

La liberazione di Sangpo giunge mentre la Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani tiene la sua sessione annuale a Ginevra. La questione del trattamento del popolo Tibetano da parte dei cinesi è stato sollevata da diversi governi, i quali hanno richiesto una soddisfacente autonomia e auto-determinazione in Tibet. La liberazione giunge anche mentre il Commissario per le Relazioni Estere dell'Unione Europea, Chris Patten, il quale è attualmente impegnato in una visita in Cina, ha richiesto la ripresa del dialogo tra il governo cinese e Sua Santità il Dalai Lama.

Nato nel 1926, Tanak Jigme Sangpo, fu arrestato per la prima volta nel 1960 quando insegnava presso la scuola elementare di Lhasa e accusato di 'aver corrotto le menti dei bambini con idee reazionarie'.
Nel 1964 fu condannato a tre anni di prigione nel penitenziario di Sangyip a causa di suoi commenti circa la repressione cinese dei Tibetani e fu poi mandato in un campo di lavoro a Lhasa. Nel 1970 fu condannato a dieci anni di lavori forzati nel penitenziario di Sangyip con l'accusa di aver incitato sua nipote a scappare in India e a raccontare le atrocità commesse dai cinesi a Sua Santità il Dalai Lama.

Tanak Jigme Sangpo fu rilasciato dalla prigione nel 1979 e trasferito all'Unità Riforma-Attraverso-il-lavoro n°1 a Nyethang, a ovest di Lhasa, ma fu arrestato di nuovo il 3 settembre 1983 dall'ufficio di Pubblica Sicurezza della città di Lhasa.

Nel documento ufficiale di condanna, emesso il 30 novembre 1983, la corte popolare di Lhasa rilevò che l'imputato non aveva evidentemente mai riconsiderato i suoi passati "crimini contro-rivoluzionari". Fu perciò accusato di "diffondere e incitare la propaganda contro-rivoluzionaria" e condannato a 15 anni di carcere in aggiunta a cinque anni di privazione dei diritti civili e politici. Il 1° dicembre 1988 Tanak fu nuovamente processato per aver inneggiato "slogan reazionari" a proposito della repressione cinese in Tibet, nel periodo della sua detenzione nella prigione di Drapchi (anche definita la Prigione della "Regione Autonoma del Tibet"). Trovato ancora una volta colpevole di aver "diffuso e incitato la propaganda contro-rivoluzionaria", la sua condanna fu aumentata di cinque anni e il periodo di privazione dei diritti civili e politici fu esteso di un ulteriore anno.

Tanak fu in seguito condannato il 4 aprile 1992 a otto ulteriori anni di prigione e ad un addizionale periodo di privazione dei diritti civili e politici di tre anni. Questo porta la sua condanna attuale a 28 anni e se la sentenza fosse stata portata a termine al mese di settembre del 2011, Tanak avrebbe passato 41 anni in carcere.

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Una vita di battaglie

1960 All'età di 34 anni. Impiegato come insegnante presso la scuola elementare di Lhasa, viene arrestato e accusato di "corrompere le menti dei bambini con idee reazionarie".

1964 All'età di 38 anni. Condannato a tre anni di carcere nella prigione di Sangyip per aver commentato la repressione cinese del popolo Tibetano. Mandato più tardi in un campo di lavoro a Lhasa.

1970 All'età di 44 anni. Arrestato nuovamente e condannato a dieci anni di lavori forzati nella prigione di Sangyip con l'accusa di aver incitato sua nipote a scappare in India e a raccontare le atrocità cinesi al Dalai Lama.

1979 All'età di 53 anni. Rilasciato dalla prigione e condotto all'unità "Riforma-attraverso-il-lavoro" n°1 a Nyethang (a 60 Km a ovest di Lhasa).

1983 All'età di 57 anni. Il 12 luglio viene sorpreso ad attaccare un poster "scritto di suo pugno" sul cancello principale del tempio Tsuklagkhang a Lhasa. Nuovamente arrestato il 3 settembre dall'Ufficio di Pubblica Sicurezza di Lhasa. Condannato per la terza volta il 15 novembre a quindici anni di carcere per "aver diffuso e incitato la propaganda contro-rivoluzionaria", con una pena addizionale equivalente ad un periodo di cinque anni di privazione dei diritti politici. I documenti ufficiali della sua condanna, emessi dalla Corte Popolare di Lhasa, dichiarano che "ha scontato la pena per essere colpevole di crimini contro-rivoluzionari, ma non ha mai seriamente riconsiderato i suddetti crimini".

1987 All'età di 61 anni. A supporto della dimostrazioni di massa a Lhasa, organizza la sua protesta il giorno 5 ottobre, inneggiando slogan durante la colazione in carcere.

1988 All'età di 62 anni. Nella prigione di Drapchi, più di un anno dopo i moti dell'87, è condannato per aver gridato "slogan razionari" riguardanti la repressione cinese. E' dichiarato colpevole il 30 novembre ancora "per aver diffuso e incitato alla propaganda contro-rivoluzionaria". La sua condanna è estesa di cinque anni. Il periodo di privazione dei diritti è esteso di un anno.

1991 All'età di 65 anni. Guida una protesta il 6 dicembre dall'interno della sua cella nella prigione di Drapchi, durante la visita di funzionari del governo Svizzero. I prigionieri inneggiano all'indipendenza e al Dalai Lama e sono uditi dalla delegazione. Viene di conseguenza percosso e isolato per sei settimane. Secondo il Tibetan Center for Human Rights and Democracy, Tanak Jigme Sangpo è stato trascinato fuori dalla cella dopo che alla delegazione è stato richiesto di lasciare il carcere e picchiato così duramente da causare l'intorpidimento del suo corpo.

1992 All'età di 66 anni. Il 4 aprile la sentenza di condanna viene prorogata di ulteriori otto anni e gli viene aggiunto un periodo addizionale di privazione dei diritti di tre anni, portando la sua attuale condanna a 28 anni.

1998 All'età di 72 anni. Il 1° e il 4 maggio, nel carcere di Drapchi avvengono delle dimostrazioni tra prigionieri criminali e politici, proprio durante la cerimonia dell'alza bandiera cinese. La rappresaglia include il pestaggio prolungato su vasta scala e la notizia di morti per maltrattamento. Viene dato per isolato in cella di confinamento, interrogato e picchiato.

2002 31 Marzo. RILASCIATO DAL GOVERNO CINESE all'età
di 76 anni.

Traduzione OM

Consulta anche:Comunicato Governo Tibetano in Esilio (inglese) 
Originale:- 

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