15 luglio 2012
Sul corso di roccia: il ragazzo che ci ha accompagnato ieri, Lobzang,
classe 9, bravissimo, ha fatto il corso di roccia. E' stato organizzato da
un musulmano, è collegato alla scuola di sci di Padum.
Hanno fatto alcune uscite e prove in parete con salita in libera, c'erano 10
maschi e 10 femmine. E' stato organizzato dall'insegnante di Educazione
Fisica che però attualmente è in ferie. Per il ragazzo è stata un'esperienza
entusiasmante.
Sulle scarpe: sempre Lobzang mi ha detto che la fornitura di scarpe e
calzini è fondamentale, ci sono molti ragazzi poveri nella scuola e le
scarpe costano molto. Lui stesso ha utilizzato fino a ieri quelle fornite 2
anni fa e secondo lui sono ottime, perchè resistenti.
Letterine e regalini: ci tengono molto alle lettere, anche quelli delle classi superiori, soprattutto. Se qualcuno chiede che regalo fare, dìte pure un paio di calzetti, hanno tutti solo buchi e poca calza!
Oggi è il giorno dell' intervista alle famiglie degli allievi che vivono
nei villaggi lungo la riva destra del fiume Doda, Shagar, Dholkar, Ating.
Partiamo alle 9.00 Angele ed io, accompagnate da due studenti di classe 9 e
10, originari di quei villaggi, che ci faranno da interpreti e da Duchan e
Amandine, architetto che cura il progetto Campus e stagista di architettura.
Impieghiamo una quarantina di minuti per percorrere i 18 km che ci separano
da Shagar bassa: qui vivono 4 famiglie,
si sono riunite, su nostra richiesta, come succederà anche nei villaggi
successivi, in una abitazione e ci accolgono con calore e gratitudine.
Ciascuno ha portato qualcosa da offrire, biscotti, yogurt, coca cola, the
nero o salato. Rispondono volentieri alle nostre domande, ci fanno festa,
sono felici di farsi fotografare e ci omaggiano, ciascuna famiglia di una
kata, la sciarpina di buon augurio. Ce ne andiamo commossi.

Ci spostiamo a Shagar alto, 17 famiglie, anche qui prevalentemente
agricoltori e pastori di dzo, incrocio tra bovini e yak, allevatori è una
parola grossa. Si ripete la stessa scena: le famiglie riunite, grande festa,
ringraziamenti per il sostegno agli studi, per le scarpe e i calzini appena
ricevuti, sono consapevoli dell'importanza dell'istruzione per migliorare le
condizioni di
vita, per avere maggiori possibilità. Qui trovo la figlioccia di Franco e
Gabriella, dico alla madre che sono un'amica degli sponsor della figlia, mi
dice di ringraziarli tanto per la lettera e il regalino che ha appena
ricevuto e prima di salutarmi mi consegna una kata e un anello per loro. E
poi Dolkhang ed Ating, anche qui trovo figliocci di sponsor italiani amici.
L'accoglienza è sempre superba e ciò conferma l'importanza di questa
attività che consente a noi di capire un po' meglio la
realtà in mutamento delle famiglie e della valle e a loro di non vederci
come entità indefinita. La nostra giornata non finisce qui, andiamo a
visitare il monastero di Dzonkul, poco distante da Ating, arroccato sul
fianco della montagna. La strada si arrampica, il monastero compare solo
alla fine, penetra all'interno della montagna, solo la facciata è costruita.
Il guardiano è il padre di uno dei ragazzi che ci accompagno e uno dei lama
è lo zio dell'altro. Ci accompagnano ovunque e ci mostrano preziose tanka ed
impronte di Naropa. Visitiamo anche le grotte di meditazione situate molto
in alto, a sinistra del monastero principale, ma oggi facilmente
raggiungibili grazie ad una serie di gradini. Qui da un mese c'è un monaco
coreano che fa vita di meditazione, rimarrà per altri 2 mesi!
L'esperienza è stata interessantissima anche perché accompagnati da Lobzang,
classe 9, e Tinley, classe 10. Ragazzi di 16 e 17 anni di una maturità e
consapevolezza che mi hanno lasciato sbalordita: parlano un ottimo inglese,
desiderano proseguire gli studi nel ramo scienze mediche, sono grati alla
scuola e all'associazione per le opportunità che hanno e sono
rispettosissimi nei confronti dei genitori, della loro società, dei loro
valori. Lobzang ci ha messo in imbarazzo, ci ha chiesto come mai la sua
sponsor francese, in 9 anni di sostegno, gli avesse mandato una sola
lettera, abbiamo ovviato facendoci dare il suo indirizzo email, dicendo che
ormai in Francia tutto avviene unicamente via email, ma abbiamo ben capito
quanto sia importante dare un segnale “fisico”, che resti, almeno una volta
all'anno.
Un abbraccio a tutti ...djulle djulle Paola
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